Domenica 21 Luglio 2019, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 8.30.
Brani della VI Domenica dopo Pentecoste
Asperges me | Kyriale pag. 6 |
Kyrie – Gloria – Sanctus – Agnus Dei (Missa XI Orbis factor – In Dominicis per Annum) | Kyriale pag. 46 |
Credo I | Kyriale pag. 67 |
Communio – Ubi caritas et amor | Cantus Selecti pag. 17 |
Finale – Laeto cantu | Cantus Selecti pag. 195 |
6 Domenica dopo Pentecoste
(Rm 6,3-11; Mc 8,1-9)
Belluno, chiesa di s. Pietro, 21 luglio 2019
A quei quattromila che seguivano Gesù ed erano digiuni, al punto che se Gesù non avesse provveduto loro del pane sarebbero venuti meno lungo la strada del ritorno, Gesù dovette offrire e donare un pane ‘buono’. Chissà come si saranno sentiti rifocillati quei quattromila! Il pane provveduto loro da Gesù dev’essere stato un pane sostanzioso. Anche a noi Gesù provvede un pane ‘sostanzioso’: se stesso nell’Eucaristia, e la Parola di Dio. Egli conosce la nostra debolezza, sa quanto siamo esposti ai venti delle tentazioni e quanto siamo facili a inciampare e a cadere; e ci procura il pane.
Oggi ce lo dona con un brano della lettera di san Paolo ai Romani, un testo piuttosto difficile, ma di una portata straordinaria. Nell’epistola che ci è stata proclamata l’apostolo fa il ‘teologo’, col risvolto che dalla sua teologia scaturisce un’alta spiritualità. Egli ci istruisce sul battesimo che abbiamo ricevuto. ‘Sapeste che cosa grande ha operato in voi il battesimo! -sembra dire Paolo- prendetene coscienza! Il battesimo, che dal greco, significa ‘immersione’, vi ha immersi nella morte e nella risurrezione di Cristo; vi ha innestati in Cristo morto e risorto’.
Ma che cos’è stata la morte e la risurrezione di Cristo? Che cosa ha comportato? Che cosa ha operato? Cristo morendo ha vinto il peccato, lo ha eliminato e distrutto; il suo ‘sì’ pieno e totale al Padre ha distrutto tutti i nostri ‘no’, tutti i ‘no’ dell’umanità; e Gesù, risorgendo, ha iniziato a vivere la vita del cielo, la vita nuova, la vita di Dio nella forma definitiva, partecipandola anche a noi, immersi, dal battesimo, in lui risorto.
Ecco che comprendiamo allora le sue parole: “Fratelli, tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte (morte che ha distrutto il peccato); e in lui risuscitato dai morti anche noi risorgiamo a vita nuova” (la sua vita di risorto). E l’apostolo continua: “Il nostro uomo vecchio (il nostro ‘io’ peccatore) è stato crocifisso con lui, affinché sia distrutto il corpo del peccato e non siamo più schiavi del peccato, ma viviamo della vita del Cristo risorto”.
L’uomo non innestato in Cristo resta ricoperto, gravato, rovinato dai propri peccati, che lo portano a corruzione e a perdizione; l’uomo innestato in Cristo, invece, riceve dalla forza della morte di Cristo la distruzione e il perdono dei propri peccati, fino a diventare partecipe della vita di Cristo risorto. Quale grazia straordinaria è il battesimo! Quanta riconoscenza al Signore, e alle persone che hanno voluto che fossimo battezzati!
L’inserzione in Cristo, operata dal battesimo, fa sì che noi siamo ‘in Cristo’; non più vivi ed esistenti semplicemente in noi stessi, ma vivi ed esistenti ‘in lui’, come il ramo di una pianta selvatica innestato su di una pianta buona, che comincia a vivere della vita della pianta buona in cui è stato innestato.
L’innesto in Cristo operato nel battesimo fu una realtà iniziale, un seme, che ha bisogno e chiede di essere preso in mano, coltivato, favorito, così da crescere e svilupparsi sempre di più. Noi sempre di più possiamo essere inseriti in Cristo con lo sforzo di una vita buona, così da diventare ogni giorno più conformi a lui, e così da permettere che la forza e la grazia della morte e della risurrezione di Cristo operino nella nostra vita.
Ecco il nutrimento che oggi il Signore ci dà, il pane che ci dà forza ed entusiasmo nel cammino: siamo in Cristo, il Salvatore! e in lui vorremo esserlo sempre di più.
don Giovanni Unterberger