Domenica 15 Agosto ’19, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 8.30 nella chiesa di S. Pietro.
Brani della Solennità di Maria Assunta in Cielo:
Assunzione – terza versione | |
Kyrie – Gloria – Sanctus – Agnus Dei (Missa IX Cum jubilo – In Festis B.V.M.) | Kyriale pag. 39 |
Credo III | Kyriale pag. 72 |
Communio – Paradisi portae | Cantus Selecti pag. 134 |
Finale – Ave maris stella (solo testo, melodia solenne) | Cantus Selecti pag. 159 |
Solennità di Maria assunta in cielo
(Ap 11,19a; 12,1-6a. 10ab; 1Cor 15,20-27; Lc 1,39-56)
Duomo di Belluno, 15 agosto 2019
Era particolarmente conveniente che Maria, la madre del Signore, fosse assunta in cielo senza che il suo corpo conoscesse la corruzione. “Quel corpo -scrive san Germano di Costantinopoli, vescovo del VII^ secolo d.C.- era un corpo verginale, tutto santo, tutto casto, tutto tempio di Dio. Non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma, pur conservando le sue fattezze naturali, doveva trasfigurarsi in luce di incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena liberazione e della vita perfetta”.
Maria, la madre di Gesù, aveva condiviso con Gesù tutto: l’aveva formato nel suo grembo; aveva con lui e come lui vinto e sgominato il peccato, non essendone mai stata toccata e sfiorata; aveva con Gesù condiviso la volontà di essere totalmente e pienamente di Dio; aveva partecipato profondamente e dolorosamente alla passione redentrice del Figlio sul Calvario; era sommamente conveniente, quindi, che ella fosse partecipe anche della risurrezione gloriosa del Figlio, associata completamente a lui, fino nell’ultimo stadio del suo destino.
Maria fu assunta in cielo in anima e in corpo. La Liturgia canta: “E’ assunta in cielo, Maria; fanno festa gli angeli e gli arcangeli; lodano il Signore”. La festa del cielo non può non essere anche la festa della terra. L’essere Maria salita in cielo non l’ha allontanata da noi, non l’ha separata; Maria in cielo non dimentica di essere nostra madre; non dimentica che le siamo stati affidati come figli dal suo Figlio in croce; ella ci ha nel cuore; e a quel cuore noi possiamo guardare, in quel cuore possiamo confidare.
Papa Francesco ebbe a dire: “Quando siamo stanchi, scoraggiati, schiacciati dai problemi, guardiamo a Maria, sentiamo il suo sguardo che dal cielo dice al nostro cuore: ‘Forza, figlio, ci sono io che ti sostengo’. La Madonna ci conosce bene, è mamma, sa bene quali sono le nostre gioie e le nostre difficoltà. Quando sentiamo il peso delle nostre debolezze, dei nostri peccati, guardiamo a Maria, che dice al nostro cuore: ‘Rialzati, va’ da mio Figlio Gesù, in Lui troverai accoglienza, misericordia e nuova forza per continuare il cammino’”. E il papa continua: “Ogni volta che vado in un Santuario mariano, mi piace prendermi tempo guardando e lasciandomi guardare dalla Madre, chiedendo la fiducia del bambino, del povero e del semplice che sa che lì c’è sua madre e che può mendicare un posto nel suo grembo. E nel guardarla, ascoltare ciò che ella disse all’indio Juan Diego di Guadalupa: «Che c’è, figlio mio, il più piccolo di tutti? Che cosa rattrista il tuo cuore? Non ci sono forse qui io, io che ho l’onore di essere tua madre?» ”
La Madonna assunta in cielo ci invita a guardare in su. Non ci è facile guardare in su: la vita di ogni giorno tende a tenerci con gli occhi bassi, legati alle cose che quasi ci incatenano. La Madonna ci dice: “Guarda in su, a me; qui c’è una patria, una gioia, una pace che ti è preparata. Lotta e combatti, ma non dimenticare che una palma di vittoria e una corona ti sono riservate. Te le tengo in serbo io, mentre con il mio affetto e col mio soccorso ti aiuto a conseguirle.
don Giovanni Unterberger