Domenica 27 Ottobre ’19, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 8.30 nella chiesa di S. Pietro.
Brani della Festa di Cristo Re dell’Universo:
Asperges me | Kyriale pag. 6 |
Kyrie – Gloria – Sanctus – Agnus Dei (Missa VIII – De Angelis) | Kyriale pag. 36 |
Credo III | Kyriale pag. 72 |
Communio – O salutaris hostia I | Cantus Selecti pag. 5 |
Finale – Vexilla Regis | fotocopia |
Solennità di Cristo Re
(Col 1,12-20; Gv 18, 33-37)
Belluno, chiesa di s. Pietro, 27 ottobre 2019
A nessuno, d’istinto, piace vivere sottomesso. Dipende anche a chi esserlo. Per la verità, non
ogni sottomissione è cattiva; ci possono essere sottomissioni buone, utili e vantaggiose. Non è forse sottomissione buona e vantaggiosa quella di chi si affida ad una guida sapiente e saggia; di chi si rimette a un medico esperto; di chi segue insegnamenti giusti? Festa, oggi, di Cristo re dell’universo: la preghiera di Colletta ci ha fatto chiedere ‘che la famiglia degli uomini si sottometta al suo dolcissimo impero’.
Il Signore, in realtà, è un re dolce e buono, gentile e delicato; non è re dispotico e duro, che cerchi i propri interessi: egli cerca solo il nostro bene e la nostra felicità. E’ sapienza sottometterglisi con tutto il cuore, del tutto. Anche perché, non è che se l’uomo non si sottomette a lui, non rischi di sottomettersi ad altro, ad altri. Quante schiavitù sul collo dell’uomo che si vuole libero ed emancipato da Cristo! Schiavitù dal denaro, dal sesso, dalla sete di potere, dal bisogno di apparire, dalla considerazione e dal giudizio altrui… Schiavitù dalla pubblicità, dalla moda, dalla mentalità comune; schiavitù dalle preoccupazioni, dalla tristezza, dalla noia, dal non senso della vita, dalla paura della morte… A liberare l’uomo, a renderlo veramente libero, è Cristo, il suo dominio, il sottomettersi al suo dolcissimo impero.
“Io sono la via, la verità e la vita”, egli disse (Gv 14,6). Non è forse via, ‘la via giusta’, il non mettere al centro dell’universo se stessi, il proprio ‘io’, per poter vivere una convivenza fraterna, una comunità buona e d’amore? Non è forse verità, ‘verità vera’, il fatto che siamo creature di Dio, dipendenti da lui in tutto e per tutto, perché non ci siamo fatti da noi, e che quindi è lui ad avere il diritto e la conoscenza appropriata per dire ciò che è bene e ciò che è male, e non noi, con la nostra orgogliosa libertà, drogata di indipendentismo assurdo? Non è forse vita, ‘vita serena e fiduciosa’, il sentirsi nelle mani di un Padre che pensa a noi, che ci accompagna e non ci lascia soli, che si prende cura del nostro destino, e del destino del mondo? “Io sono la via, la verità e la vita”: ecco il dominio di Cristo, il suo impero; impero di grazia e di salvezza.
Satana e gli angeli ribelli hanno voluto scrollarsi di dosso il dominio di Dio, e sono sprofondati nella rovina. E, non paghi di quanto hanno fatto, vogliono trascinare nella ribellione anche l’uomo, e premono di continuo, e in mille modi, sulla sua anima, sul suo cuore, sui suoi sensi per distoglierlo da Dio. C’è una terribile, tremenda e disastrosa congiura, nel mondo, contro Dio; ne vediamo le tragiche conseguenze, gli effetti devastanti. “Beata la nazione che ha Dio per Signore”, recita il salmo (Sal 33,12); beato il popolo che si mette, obbediente, sotto la sua legge. E beati noi se ci porremo sotto il suo giogo; troveremo che quel giogo non è duro, oppressivo, pesante, ma è invece via alla vera libertà e al vero bene.
E’ quanto afferma, in un passo bellissimo, il libro del Siracide: “Figlio, introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il collo nella catena del Signore. Piega la tua spalla e portala, non disdegnare i suoi legami. Avvicinati a lui con tutta l’anima, e con tutta la tua forza resta nelle sue vie. Seguine le orme e cercalo, ti si manifesterà; e una volta raggiunto, non lasciarlo. Alla fine troverai in lui il riposo, ed egli ti si cambierà in gioia. I suoi ceppi saranno per te una protezione potente, le sue catene una veste di gloria. Un ornamento d’oro ha su di sé, i suoi legami sono fili di porpora violetta. Te ne rivestirai come di una veste di gloria, te ne cingerai come di una corona magnifica” (Sir 6,24-31).
Davvero il giogo del Signore è salvezza! Lo prenderemo su di noi; faremo sì che Dio sia il re del nostro cuore; e che nulla insidi la sua signoria, ma tutto in noi sia di lui. Lo serviremo; e così parteciperemo alla sua regalità; perché servire Dio è regnare.
don Giovanni Unterberger