Chiesa di San Pietro a Belluno
Celebrazioni in rito antico e appuntamenti del mese di Febbraio 2021
Oltre alla Santa Messa domenicale, alle ore 8.30 di tutte le domeniche, il gesto sacro fondamentale, in quanto sacrificio di Cristo in croce, il prossimo mese di febbraio vedrà:
2 febbraio ore 18.00 – Benedizione delle candele, nel corso della Santa Messa (quest’anno con candele provenienti dalla basilica della Natività di Betlemme);
7 febbraio ore 8.30 – Benedizione della gola, dopo la santa Messa, con l’invocazione di san Biagio, vescovo di Sebaste in Armenia, vissuto nel IV secolo d.C., che miracolosamente salvò la vita di un ragazzo che si era conficcata una lisca in gola. La formula dell’invocazione, accompagnata da due candele benedette il 2 febbraio incrociate attorno alla gola del fedele, dice: Per intercessione di san Biagio vescovo e martire, Dio ti liberi da mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
14 febbraio ore 8.30 – Adorazione del Santissimo Sacramento, dopo la santa Messa (appuntamento di ogni seconda domenica del mese);
17 febbraio ore 18.00 – Benedizione e imposizione delle Ceneri, nel corso della Santa Messa che dà inizio alla Santa Quaresima.
24 febbraio ore 20.00 – Assemblea dei fedeli (decreti permettendo!)presso il Seminario Diocesano, con presentazione del bilancio 2020, proposte di attività per il 2021, restauro organo, ecc.
Festa della presentazione di Gesu’ al tempio
(Mal 3,1-4; Ebr 2,14-18; Lc 2,22-32)
Duomo di Belluno, 2 febbraio 2020
“Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi”. Era legge in Israele -lo prescriveva la legge di Mosè (cfr Es 13,1-2)- che a quaranta giorni dalla nascita, il figlio primogenito venisse portato al tempio di Gerusalemme, o ad un santuario locale, per essere riscattato. Riscattato perché sacro e appartenente al Signore. Tale legge e tale rito si richiamavano ad un evento particolarmente grande e importante della storia di Israele, quando, la notte dell’uscita degli Ebrei dall’Egitto, Dio -secondo il racconto che ne fa il libro dell’ Esodo (cfr Es 12,29)- aveva fatto morire tutti i primogeniti degli egiziani, compreso il primogenito del faraone, per liberare il popolo di Israele dalla schiavitù. L’atto di riscattare il primogenito era il ricordo e, insieme, il segno di gratitudine, per quella liberazione. I genitori del bambino, se ricchi, portavano in offerta un agnello, se poveri o di modesta condizione, come nel caso di Giuseppe e Maria, una coppia di tortore o di colombi.
Nella presentazione di Gesù al tempio avvenne qualcosa di particolare, qualcosa che non era mai accaduto: il vecchio Simeone che, data l’età avanzata, doveva aver presieduto numerosi riti di bambini presentati al tempio, quel giorno, prendendo tra le braccia il piccolo Gesù, lo riconobbe, su ispirazione dello Spirito Santo, come un bambino speciale, colui che sarebbe stato la luce del mondo, la gloria del popolo di Israele, il Messia. “Ora, Signore -esclamò- puoi farmi morire, perché ho visto la luce delle genti, la gloria di Israele”.
Quel bambino un giorno, diventato adulto, avrebbe detto di sé: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12), e avrebbe proposto se stesso come il chiarore che avrebbe rischiarato il buio del mondo. Buio del mondo è il male, l’inimicizia, l’odio, l’egoismo, la cattiveria, l’impurità, la frode, il peccato; Gesù è venuto a portare luce in questo buio, a togliere il peccato del mondo, a proporre e ad iniziare una via di luce. Chi guarda a Gesù vede luce; nulla di oscuro e di tenebroso in lui, nel suo dire, nel suo fare, nel suo essere; solo luce.
E chi guarda a Gesù, chi lo contempla e cerca la sua compagnia, viene da lui illuminato. Egli disse dei suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14). Il discepolo di Cristo brilla, deve brillare di santità e virtù. Gesù non venne nel mondo armato a combattere e a prendere di petto le tenebre, ma venne mite come raggio di luce. Così farà anche il suo discepolo, cercherà di essere luce: le tenebre infatti si vincono solo accendendo una luce. E anche una piccola luce, del resto, in mezzo a fitte tenebre, si nota e si vede; la si vede, e diventa richiamo, invito, orientamento.
Il mondo ha bisogno di cristiani, di cristiani veri, di persone che vivono il Vangelo di Gesù, persone che si rivestono di lui. “Rivestitevi del Signore Gesù”, esorta san Paolo nella lettera ai Romani (Rm 13,14). La prima evangelizzazione sta nella vita dei cristiani; sono utili, sì, mezzi, modi nuovi e strategie nuove per annunciare Cristo, ma l’annuncio più vero ed efficace, anzi, quello senza il quale ogni altro espediente e inventiva sarebbe inutile e vana, è la vita buona e santa dei cristiani.
Sentiamo questa responsabilità, ma anche la bellezza di essere luce nel mondo; e andiamo da Gesù, stiamo con lui, impariamo da lui, lasciamoci trasformare da lui, per essere sua presenza e sua salvezza tra chi il Signore vorrà.
Sentiamo questa responsabilità, ma anche la bellezza di essere luce nel mondo; e andiamo da Gesù, stiamo con lui, impariamo da lui, lasciamoci trasformare da lui, per essere sua presenza e sua salvezza tra chi il Signore vorrà.
don Giovanni Unterberger