Domenica 05 Dicembre ’21, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 8.30 nella chiesa di S. Pietro.
Brani della II Domenica di Avvento:
Asperges me | Kyriale pag. 6 |
Kyrie – Sanctus – Agnus Dei (Missa XVII – In Dominicis Adventus – Kyrie C) | Kyriale pag. 62 |
Credo IV | Kyriale pag. 74 |
Communio – Rorate cæli desuper | Cantus Selecti pag. 27 |
Finale – Alma Redemptoris Mater | Fotocopie |
II Domenica d’ Avvento
(Rm 15,4-13 : Mt 11,2-10)
4 dicembre 2011
Il Vangelo delle tre domeniche d’Avvento che ci separano dal Natale ci mettono davanti la figura di san Giovanni Battista. L’abbiamo anche visivamente raffigurato davanti a noi sulla pala dell’altare: il santo a sinistra della Madonna è san Giovanni Battista.
Nel brano di Vangelo che abbiamo ora ascoltato abbiamo udito Gesù fare l’elogio di lui, un grande elogio: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? una canna sbattuta dal vento? un uomo avvolto in morbide vesti? un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta”.
Giovanni doveva essere una gran persona per meritare tali lodi da Gesù; lodi vere, perché se alle volte le lodi degli uomini possono essere esagerate, se non addirittura piegare verso l’adulazione, le lodi di Gesù non potevano essere che vere, che autentiche e meritate. Giovanni doveva essere una personalità forte, robusta, spiritualmente sana e di grande spessore.
Certamente doveva aver contribuito a forgiarla in tal modo il tempo che egli trascorse nel deserto. “Che cosa siete andati a vedere nel deserto?”, chiese Gesù. Nel deserto Giovanni ebbe modo di pregare, di meditare, di ascoltare Dio a lungo, di confrontarsi con le cose importanti ed essenziali della vita.
Poche sono le realtà e le esperienze che formano una persona nel suo intimo e nella sua struttura spirituale quanto la preghiera, la meditazione quotidiana assidua e fedele; quanto l’ascolto di Dio fatto nel silenzio, con la sua Parola in mano, con la Sacra Scrittura davanti agli occhi e nel cuore. Sì, tante altre esperienze sono utili e possono fare del bene, ma questa, la meditazione prolungata del Libro sacro, è insostituibile; ed è estremamente educante.
Nel Libro della Sapienza c’è un versetto che mi ha sempre colpito. Esso parla della Sapienza di Dio, ma può essere tout-court applicato alla Parola di Dio, alla Sacra Scrittura, in quanto la Parola di Dio e la Sacra Scrittura contengono appunto la Sapienza di Dio. Dice così questo versetto: “Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova, e attraverso le età, entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti” (Sap 7,27).
La Sapienza di Dio, la Parola di Dio, meditata e pregata, “forma amici di Dio e profeti”.
“Forma”, cioè dà una nuova forma; dà una forma più bella, più armoniosa, più vera, più buona, più su misura di Cristo e di Dio di quella che abbiamo noi per natura. Veniamo “riformati”. Ci siamo, purtroppo, in molti modi “deformati, e la Parola di Dio ci “riforma”.
Forma “amici di Dio”, dice quel versetto, cioè alimenta la nostra amicizia con Dio, ci rende sempre più intimi a lui, persone che gli vogliono sempre più bene, che stanno sempre più attente a non recargli dispiacere e sempre più vigilanti per fare ciò che egli gradisce e gli piace.
E forma “profeti”. Profeta è colui che parla in nome di Dio, che proferisce le parole di Dio, che dice al fratello e alla sorella ciò che Dio direbbe al fratello e alla sorella nella situazione in cui essi si trovano. Come sono preziose, utili e importanti le persone che, in mezzo a tante parole superficiali e vuote che udiamo, sanno dirci le parole di Dio! Abbiamo bisogno di profeti. Possiamo anche noi diventare profeti; possiamo diventarlo sempre di più, ogni giorno di più. Dobbiamo allora saper stare nel “deserto”. “Chi siete andati a vedere nel deserto? un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta”. Giovanni fu profeta perché seppe stare nel deserto.
L’Avvento può essere questo tempo di maggior “deserto”, per crescere, per diventare personalità cristiane più robuste e più forti, e per meritare anche noi -perché no?-, una bella lode e un bel elogio da parte del Signore.
don Giovanni Unterberger