Domenica 29 Settembre ’19, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 8.30 nella chiesa di S. Pietro.
Brani della festa di San Michele Arcangelo:
Asperges me | Kyriale pag. 6 |
Kyrie – Gloria – Sanctus – Agnus Dei (Missa XI Orbis factor – In Dominicis per Annum) | Kyriale pag. 46 |
Credo I | Kyriale pag. 67 |
Communio – Ubi caritas et amor | Cantus Selecti pag. 17 |
Finale – Stabat Mater | Cantus Selecti pag. 126 |
Festa di San Michele Arcangelo
(Ap 1,1-5; Mt 18.1-10)
Belluno, chiesa di san Pietro, 29 settembre 2019
Festa, oggi, dell’arcangelo Michele. Di lui parla il libro dell’Apocalisse, quando descrive il terribile momento in cui, agli inizi del tempo, in cielo si consumò la ribellione di Lucifero e degli altri angeli suoi seguaci, che diventarono demoni. Dice il testo sacro: “Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli” (Ap 12,7-9). Michele, condottiero degli angeli buoni, conduceva la battaglia e guidava gli spiriti celesti che rimasero fedeli al Signore.
Egli viene spesso raffigurato, nelle icone e nei dipinti, come un combattente, con la spada o la lancia in mano, e sotto i suoi piedi un dragone, simbolo di Satana, sconfitto in battaglia. Il suo nome, Michele, in ebraico ‘Mi – ka – el’, lo definisce; significa: ‘Chi come Dio?’ Dev’essere stato il suo grido di battaglia contro Satana e contro gli angeli ribelli; avrà loro gridato: “Chi è come Dio? Come potete pensare di ribellarvi a lui, di sottrarvi al suo dominio e sfidarlo, voi che siete creature, lui che è Dio?” E con quel grido avrà difeso gli angeli buoni dal venire meno al Signore. Egli è accanto ancor oggi ad ogni uomo per aiutarlo a conservare su di sé il giogo di Dio, giogo di salvezza e non di oppressione.
La Chiesa lo sente come suo speciale protettore; lei, la Chiesa, che è continuamente insidiata da Satana, lo spirito ribelle che spinge alla ribellione. Il papa Leone XIII nell’anno 1884 compose una preghiera che egli disse essergli stata dettata dallo stesso arcangelo Michele in una visione; essa dice così: “San Michele arcangelo, difendici nella lotta; sii tu il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Dio lo tenga sotto il suo potere, te ne preghiamo supplici. Tu che sei il principe della milizia celeste, con la forza divina rinchiudi nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che vagano nel mondo per portare le anime alla perdizione”. Leone XIII prescrisse che questa preghiera venisse recitata dal sacerdote in ginocchio, ai piedi dell’altare, alla fine di ogni Messa feriale; prescrizione tuttora valida nella Messa secondo il rito straordinario. E nel ‘Confiteor’ della Messa secondo il rito straordinario l’arcangelo Michele viene ricordato e pregato due volte, subito dopo Maria, prima di san Giovanni battista e degli apostoli Pietro e Paolo. Anche nelle Litanie dei Santi egli viene invocato subito dopo la Madonna, e prima dei Santi.
Abbiamo bisogno dell’aiuto di questo arcangelo, che continuamente ci ripeta: “Chi è come Dio? Sei forse come Dio tu, con i tuoi pensieri, con i tuoi progetti, con le tue voglie, con gli orientamenti che pensi di dare alla tua vita in assoluta autonomia e indipendenza? Sono forse come Dio le creature davanti alle quali ti pieghi, ti inginocchi, trasformandole in idoli da cui ti lasci vincere e conquistare? Che cos’è come Dio? Chi, e che cosa, vale come lui? Forse il mondo intero?”
La lotta che si combatté in cielo continua sulla terra, continua nella vita di ciascuno di noi. Il ‘non ti servirò, Dio!’, che gridarono gli angeli ribelli, risuona dentro di noi, nella nostra mente e nella nostra carne, e ci vorrebbe portare lontano dal Signore. Ogni peccato è un ‘non ti servirò!’ Ma l’arcangelo Michele ci aiuta, ci dice: “Dio è Dio; Dio è tutto; è la tua vita, la tua felicità, il tuo futuro e la tua eternità. Nulla è come lui. Nulla te ne separi. Gli starai sempre unito; unito sempre di più”.
don Giovanni Unterberger