Venerdì 25 Dicembre ’20, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 08.30 nella chiesa di S. Pietro.
Brani della Messa nel giorno di Natale:
Kyrie – Gloria – Sanctus – Agnus Dei (Missa VIII – De Angelis) | Kyriale pag. 36 |
Credo III | Kyriale pag. 72 |
Communio – Ecce nomen Domini Emmanuel | Cantus Selecti pag. 33 |
Finale – Puer natus in Bethlehem | Cantus Selecti pag. 33 |
Natale 2020 – Messa nel giorno
Belluno, chiesa di san Pietro, 25 dicembre 2020
Perso il paradiso terrestre per il peccato, persa la comunione con Dio per la disobbedienza, l’uomo -dice il libro della Genesi- se ne andò ramingo per la terra; né poteva più ritornare in quel paradiso, perché dei cherubini dalla spada fiammeggiante ne impedivano l’ingresso (cfr Gn 3,24; 4,14).
Quel passaggio venne riaperto, quei cherubini vennero rimossi; Dio intervenne e riportò l’uomo alla comunione con sé: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.
Natale di nostro Signore Gesù Cristo: iniziativa d’amore di Dio. Sant’Agostino lo contempla così: “Quali lodi potremo dunque cantare all’amore di Dio, quale ‘grazie’ dirgli? Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo, lui per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che è eternamente anteriore al mondo stesso; è diventato uomo, lui che ha fatto l’uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito; il Verbo senza il quale è muta l’umana eloquenza ha vagito nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare.
Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l’insegnamento di tanta umiltà, anche in un maestro che ancora non parla. Tu una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente (cfr Gn 2, 19-20); il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. Tu in un vastissimo giardino ricco di alberi da frutta ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui per obbedienza è venuto come creatura mortale in un angustissimo riparo, perché morendo ritrovasse te che eri morto. Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto (cfr Gn 3); lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto. La superbia umana ti ha tanto schiacciato, che poteva sollevarti soltanto l’umiltà divina”. “Un Dio, amico mio, si è scomodato per me, per te! -esclama Charles Prguy- Ecco il cristianesimo; il resto è una bazzecola”.
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, ci ha detto Giovanni, avvicinando tra loro, nel prologo del suo Vangelo che abbiamo ora ascoltato, entro quattordici soli versetti, due realtà infinitamente distanti: il Creatore e la creatura, l’eterno e il tempo, il Santo e il peccatore. “Il Verbo si fece carne”, allora la nostra carne non è più solo la ‘nostra’ carne, ma è anche la ‘sua’ carne; non è più solo carne peccatrice, la nostra, ma carne redenta dal peccato; e non è più solo carne mortale, ma è carne resa immortale dalla sua, nella risurrezione.
Finiremo mai di contemplare il Natale? Esauriremo mai i tesori e le ricchezze che racchiude in sé? Ricchezze di grazia, di speranza, di consolazione, di fiducia, di forza nel bene, di amore. Beato Natale! Quale fiume di salvezza esso ha immesso nel mondo, nell’umanità, nella vita e nel cuore di ogni uomo che lo vuole, lo desidera, lo accetta, gli si sottomette! Beato Natale, come ricompensarti?
C’è un modo per ricompensarlo: voler rinascere assieme a Gesù; cercare la vita nuova che egli è venuto a portare; portare Gesù sempre nel cuore; toglierlo dalla mangiatoia riscaldata dal fiato di animali e tenerlo al caldo del nostro amore. Il Natale di Gesù può essere anche il nostro. Gesù lo desidera e lo vuole.
don Giovanni Unterberger